
30 Gen Previsioni di Borsa, a posteriori
Queste erano le previsioni dei grandi strategist sulla borsa Usa per il 2018.

Ammantate come sempre di un caldo ottimismo, fondato su una serie di considerazioni:
* statisticamente le borse salgono più spesso di quanto scendano
* i clienti vanno rassicurati a prescindere, non spaventati
* atteggiamento più prudente degli investitori = minori commissioni per la banca
* meglio sbagliare seguendo il gregge che da soli
Se guardiamo a posteriori come sia andato l’anno borsistico, vediamo che lo S&P500 ha chiuso a 2.507, il 12% più in basso della previsione media, mentre tutti -tutti- si aspettavano una borsa in crescita.
Errare è umano, fare processi agli sbagli altrui è troppo facile. Quello che va ricordato è invece che queste pubblicazioni sono pure attività di marketing, senza altra valenza e funzione che quella di romanzare i temi caldi dell’economia per renderli leggibili e interessanti: le decisioni d’investimento sono tutt’altra cosa.
Quello che serve ad un investitore sono metodo e coerenza, che vengono alimentati da un approccio razionale ai problemi e da processi quantitativi: l’idea che si possa prevedere il futuro, quando le migliori menti analitiche al mondo sono intente a lavorare a questo stesso fine, è pura utopia. Tanto più che come abbiamo visto, nemmeno loro ne sono capaci.